Ars vivendi e ars politica nel Rinascimento europeo. A partire da Platone, dal neoplatonismo (Plotino, ma anche Paolo di Tarso), dalla tradizione stoica (Cicerone, ma anche Epitetto e Marco Aurelio) nel solco dell’Ermeneutica del soggetto di Michel Foucault, il corso prevede lettura e analisi di alcuni fra i celebri specula militis e specula principis nel periodo rinascimentale come poetiche dell’esistenza, manuali di regole di vita che includono Erasmo, Castiglione, Machiavelli, Loyola.
teoria e storia: Michel Foucault, L’Ermeneutica del soggetto (Feltrinelli); Mario Domenichelli, Cavaliere e gentiluomo (Bulzoni); Amedeo Quondam, L’etica del gentiluomo (il Mulino). Testi primari: Castiglione, Il libro del Cortegiano, Garzanti (a c. di A. Quondam); Machiavelli, Il Principe/De Principatibus, Einaudi (a cura di Inglese); Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali (Mondadori). Verrà fornita una dispensa con passi in traduzione italiana/ o con testo a fronte da Platone, Epitteto, Marco Aurelio, Plotino, Cicerone, Paolo di Tarso, Erasmo da Rotterdam; Guicciardini.
Obiettivi Formativi
Il corso mira a formare un quadro di comprensione della letteratura rinascimentale, e del modello italiano classicista nel quadro europeo, offrire chiavi di lettura anche di testi d’altro tipo, come per esempio l’epica rinascimentale, e il teatro al cui centro spesso sta la formazione del soggetto, come nell’etica di Ariosto, Tasso, Sidney, Spenser, o come anche le versioni satirico-parodistiche come in Shakespeare e Cervantes, e fino alle versioni epicuree e libertino del Seicento-Settecento francese.
Prerequisiti
Non occorrono prerequisiti
Metodi Didattici
Metodi formativi Nei limiti imposti dal numero degli studenti, le lezioni avranno andamento seminariale, con richiesta di letture e discussione durante il corso.
Altre Informazioni
Nessuna
Modalità di verifica apprendimento
Esame orale
Programma del corso
Il corso intende proporre alcuni celebri libri di disciplina del rinascimento e ha come scopo l’analisi dei rapporti tra estetica del vivere, etica, religione, e arte politica nella comune chiave stoica della conoscenza e del governo di sé e delle passioni anche nella logica, platonica, del governo degli altri. In questa prospettiva Il Cortegiano di Castiglione deve apparire tutt’altro che quella sorta di libro delle vanità personali per il quale non di rado è preso, ma come definizione di un’utopia del buon governo nell’ottica dell’harmonia mundi, non troppo diversamente dal Libro del Bun Governo di Sir Thoams Elyot, solo di qualche anno posteriore. La cura di sé, in quel libro, va vista nell’ottica platonica definita da Foucault per la letteratura dell’antichità greca nell’Ermeneutica del soggetto, per, infine, capire che il principio La sprezzatura non è semplicemente dissimulazione ma una forma di vera e propria abnegazione. Questo stesso principio, volto al buon fine, sta anche a fondamento dell’utilitarismo, del crudo pragmatismo machiavellico, anch’esso volto al buon fine, e infine a fondamento anche dell’indifferenza a sé e ai mezzi che struttura l’imitatio Christi negli Exercitia spiritualia di Ignazio di Loyola, come del resto potrà apparire paradossalmente chiaro anche dagli antimachiavelli gesuitici, come per esempio, quello di Pedro de Ribadeneyra. Il fondamento comune sta dunque nel fatto che il soggetto vi si forma, come per diverse vie, e a diversi scopi anche in Castiglione e Machiavelli, per negarsi. Si tratta di tre manuali, in diversa chiave, comunque di impianto stoico in maggiore o minore misura, con maggiore o minore consapevolezza, legati allo stoicismo antico, e alle téchnai tou biou, le arti, le tecniche, i mestieri di vivere una volta declinati da Platone (Alcibiade maggiore), e rideclinati poi in tutto lo stoicismo.