Il corso affronterà le vicende più significative e le questioni più rilevanti concernenti l’immigrazione negli Stati Uniti, il nativismo e la loro interpretazione dal primo Seicento all’inizio dell’amministrazione Trump.
Francis G. Couvares et al. (a cura di), Interpretations of American History. Patterns and Perspectives, vol. II, Since Reconstruction, 8° edizione, Boston, Bedford St. Martin’s, 2009, cap. 5, Immigration: American Assimilation or Transnational Race-Making?, pp. 126-141, ISBN 978-0-312-48050-9.
Stefano Luconi e Matteo Pretelli, L’immigrazione negli Stati Uniti, Bologna, il Mulino, 2008, ISBN 978-88-15-12580-4.
Stefano Luconi, Sigillare la frontiera: immigrazione, sicurezza e integrazione, in Raffaella Baritono e Elisabetta Vezzosi (a cura di), Oltre il secolo americano? Gli Stati Uniti prima e dopo l’11 settembre, Roma: Carocci, 2011, pp. 251-65, ISBN 978-88-43-05998-0.
Stefano Luconi, “Todos americanos?” Incertezze e fallimenti sull’immigrazione, in Obama, un bilancio, in “il Mulino”, LXV, n. 5, settembre-ottobre 2016, pp. 780-87, DOI 10.1402/84352.
Mae M. Ngai, Immigration and Ethnic History, in Eric Foner e Lisa McGirr (a cura di), America History Now, Philadelphia, Temple University Press, 2011, pp. 358-75, ISBN 978-1-4399-0244-8 (e-book 978-1-4399-0245-5).
Matteo Pretelli, Dal Trattato di Guadalupe-Hidalgo al Secure Fence Act. Politiche statunitensi di controllo del confine fra Messico e Stati Uniti, in “Memoria e Ricerca”, n. 39, gennaio-aprile 2012, pp. 123-37, DOI 10.3280/MER2012-039008.
Obiettivi Formativi
Alla fine del corso gli studenti disporranno delle conoscenze e degli strumenti analitici per padroneggiare in maniera critica le vicende più significative e le questioni più rilevanti concernenti l’immigrazione negli Stati Uniti, il nativismo e la loro interpretazione dal primo Seicento all’inizio dell’amministrazione Trump.
Prerequisiti
Nessuno. È consigliata, ma non obbligatoria, una conoscenza generale della storia moderna e contemporanea.
Metodi Didattici
Lezioni frontali con discussioni di gruppo in aula su letture rese disponibili in precedenza sulla piattaforma Moodle dell’insegnamento.
Altre Informazioni
1) Ulteriori letture, costituenti oggetto delle discussioni di gruppo in aula e parte integrante del programma di esame per gli studenti frequentanti, saranno indicate durante le lezioni.
2) L’esame di “Storia degli Stati Uniti d’America” (6 CFU) mutua il modulo B dell’esame di “Storia degli Stati Uniti nel mondo contemporaneo” (12 CFU). Il modulo A di “Storia degli Stati Uniti nel mondo contemporaneo” è mutuato dall’esame di “Storia della Russia” (6 CFU), il cui responsabile è il Prof. Andrea Borelli.
3) Questo programma è valido esclusivamente per gli studenti frequentanti. La frequenza alle lezioni è obbligatoria, salvo che per gli studenti iscritti formalmente come studenti part-time e in casi particolari debitamente motivati. Queste eccezioni non riguardano ovviamente gli studenti Erasmus, per i quali non sono previste deroghe all’obbligo di frequenza. La frequenza verrà verificata all’inizio di ciascuna lezione. Saranno considerati frequentanti gli studenti che avranno frequentato almeno ventiquattro (24) ore di lezioni frontali. Gli studenti impossibilitati a seguire il corso sono invitati a contattare il docente per posta elettronica con congruo anticipo per concordare un programma sostitutivo d’esame con letture aggiuntive che compensino la mancata frequenza.
Modalità di verifica apprendimento
Esame orale (anche per gli studenti non frequentanti e dei programmi di scambio quali Erasmus e altri): colloquio sugli argomenti affrontati durante le lezioni, compreso il contenuto delle letture caricate su Moodle, e sui “testi di riferimento” del programma. I principali criteri di valutazione saranno la capacità di discutere gli argomenti affrontati a lezione, comprese le letture caricate su Moodle, e nei “testi di riferimento” del programma, nonché la chiarezza nell'esporre le proprie idee e argomentazioni. Si sconsiglia una preparazione nozionistica e mnemonica su nomi e date. Ciascun colloquio orale, rigorosamente individuale, durerà tra i venti e i quaranta minuti, comprendendo tra le tre e le cinque domande, e avrà una lunghezza indirettamente proporzionale alla preparazione dello studente o della studentessa. Le domande saranno volte a verificare a) conoscenza e comprensione dei processi storici, b) conoscenza e comprensione dei fenomeni più importanti e c) conoscenza e comprensione degli eventi maggiormente significativi. Il voto finale sarà costituito dall'insieme delle valutazioni ottenute nelle tre parti.
Programma del corso
IMMIGRAZIONE E NATIVISMO NELLA STORIA DEGLI STATI UNITI. Le promesse elettorali di Donald Trump – ancorché non mantenute – di costruire un muro lungo il confine con il Messico e di costringere quest’ultimo a pagarne il costo, i suoi controversi decreti per conseguire la messa al bando parziale dei mussulmani stranieri e la sua stigmatizzazione dei messicani come narcotrafficanti, stupratori e probabili delinquenti hanno riportato in primo piano le questioni relative all’immigrazione negli Stati Uniti, sia nell’agenda politica di Washington sia nel dibattito accademico interno ed estero. L’uso pubblico della storia da parte dei critici e degli oppositori di Trump si è orientato a conferire eccessiva enfasi a una presunta lunga e solida tradizione statunitense di accoglienza degli immigrati e, di contro, a trascurare un passato caratterizzato da periodiche esplosioni di nativismo e xenofobia, di cui la visione che l’attuale presidente ha dell’America come società bianca di ascendenza europea è solo la manifestazione più recente. In effetti, sebbene gli Stati Uniti siano realmente una “terra di immigrati”, come piaceva sostenere a John F. Kennedy, e la società americana sia oggi multietnica e multirazziale, richieste per una selezione dei potenziali nuovi arrivati cominciarono a emergere quasi contestualmente alla costituzione del Paese come nazione sovrana alla fine del Settecento, quando a governare era un ceto dirigente bianco, anglosassone e originario dell’Europa settentrionale. Inoltre, dopo circa un secolo contrassegnato da una politica di porte aperte, Washington restrinse l’immigrazione asiatica già negli anni Ottanta dell’Ottocento, a partire dal caso dei lavoratori cinesi nel 1882, e chiuse definitivamente l’epoca dei flussi di massa nella prima metà degli anni Venti del Novecento attraverso l’applicazione di un sistema di quote nazionali che discriminava in modo deliberato le persone originarie dell’Europa orientale e meridionale. Questi ultimi provvedimenti furono revocati soltanto nel 1965 e la nuova normativa aprì la strada alla trasformazione degli Stati Uniti in una società multietnica e multirazziale. Ma il volume dell’immigrazione continuò a essere limitato. Il corso intende delineare le diverse epoche della storia dell’immigrazione negli Stati Uniti nel contesto delle pressioni per restringere i flussi in ingresso in modo da escludere coloro che erano ritenuti difficilmente assimilabili, una minaccia politica e un pericolo per il benessere economico della società americana o per la sicurezza nazionale. Un’attenzione particolare sarà dedicata ai criteri per acquisire la cittadinanza americana e alle dinamiche dell’affermazione dello jus soli come riscontro per stabilire quali gruppi etno-razziali gli Stati Uniti intendevano accogliere e quali volevano respingere. L’arco temporale esaminato coprirà il periodo compreso tra la formazione delle colonie europee in America settentrionale ai primi del Seicento e l’inizio dell’amministrazione Trump. Le lezioni si occuperanno anche dei vari paradigmi interpretativi che sono stati elaborati per spiegare le interazioni dei nuovi venuti con la società d’adozione. Tratteranno pure i differenti approcci storiografici allo studio dell’immigrazione.