A. Peruzzi, Il significato inesistente, FUP, Firenze 2004.
A. Peruzzi, Precisazioni, <https://www.academia.edu/8465674/Precisazioni>, 2004
Obiettivi Formativi
Il corso introduce al problema del significato, in una prospettiva epistemica che accoglie al suo interno aspetti di varia natura, che spaziano dalla filosofia analitica alla linguistica cognitiva fino ai modelli computazionali della mente, individuando i problemi irrisolti nell'ambito di ciascun approccio.
Prerequisiti
Nessuno
Metodi Didattici
Lezioni frontali
Altre Informazioni
All'inizio del corso saranno fornite informazioni ulteriori sullo studio dei testi d'esame, specificando quali parti sono essenziali e quali sono facoltative.
Modalità di verifica apprendimento
Esami orali. Ogni esame (della durata massima di 30 minuti) consisterà in una serie di domande/risposte sui temi trattati nelle lezioni. Si chiederà a ciascun candidato di esporre i caratteri generali di una data teoria del significato, di esemplificare l'applicazione della data teoria, di illustrare i problemi ai quali essa va incontro e di indicare quali aspetti del significato essa omette di prendere in considerazione.
Programma del corso
Nella prima parte del corso verranno presentate A) la concezione strutturalistica del significato, con le sue conseguenze ontologiche (la tesi Sapir-Whorf) e B) La concezione propria della filosofia analitica, articolata nei diversi modi con cui al suo interno è stato affrontato il problema del significato, con particolare riferimento al rapporto fra conoscibilità e verità (Wittgenstein, empirismo logico, Dummett). Nella seconda parte sarà analizzata la contrapposizione fra l'epistemologia genetica e l'innatismo e sarà descritto in forma elementare il modello computazionale della mente - con la soggiacente tesi del funzionalismo -, e dopo alcuni cenni aI sistemi esperti e ai loro limiti come modello della conoscenza, sarà esposto l'argomento della "stanza cinese" (Searle) e le obiezioni alle quali è andato incontro. Nella terza parte verrà prospettato nelle sue linee generali l'olismo epistemico (Quine), unitamente alle ragioni per cui si distingue dall'olismo semantico (Putnam) per giungere al problema della categorizzazione e ai rapporti fra struttura dei concetti e architettura della percezione.