Il corso sarà diviso in due parti. La prima analizzerà la nascita della filologia nell'epoca moderna, con particolare attenzione ai dibattiti che ne accompagnarono l'evoluzione. La seconda parte sarà dedicata alla lettura e all'analisi dell'Epistola di Dante a Cangrande Della Scala.
Per la prima parte:
• M. Zaccarello, L'edizione critica del testo letterario. Primo corso di filologia italiana, Firenze, Le Monnier, 2017.
Per la seconda parte:
• D. Alighieri, Epistola a Cangrande, introduzione, edizione critica, traduzione e note di E. Cecchini, Firenze, Giunti, 1995.
• D. Alighieri, Le Opere, vol. V. Epistole, Egloge, Questio de aqua et terra, a cura di M. Baglio, L. Azzetta, M. Petoletti, M. Rinaldi, Introduzione di A. Mazzucchi, Roma, Salerno Editrice, 2016 («Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante» [NECOD], vol. V), pp. 271-487.
• B. Nardi, Osservazioni sul medievale «accessus ad auctores» in rapporto all’ ‘Epistola a Cangrande’, in Studi e problemi di critica testuale. Atti del Convegno di studi di Filologia italiana nel Centenario della Commissione per i testi di lingua, Bologna, 7-9 aprile 1960, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1961, pp. 273-305, poi in Id., Saggi e note di critica dantesca, Milano-Napoli, Ricciardi, 1966, pp. 268-305.
Durante le lezioni verrà data indicazione di altra bibliografia; testi e materiali inerenti la materia trattata (riproduzioni di testimoni manoscritti, pagine di critica e di edizioni critiche, chiose di antichi commentatori, ecc.) verranno forniti in fotocopia: la loro conoscenza è necessaria ai fini dell’esame.
Obiettivi Formativi
La prima parte del corso intende fare acquisire una conoscenza approfondita della filologia e della sua storia, così da permettere un utilizzo consapevole degli strumenti propri della disciplina (metodologici, terminologici, bibliografici). In questo modo si intende raggiungere l'obiettivo di stimolare l'elaborazione di un pensiero critico autonomo, a partire dall'analisi dei dati disponibili, e dunque di assumere atteggiamenti responsabili e coraggiosi che, debitamente argomentati, riflettano l'onestà intellettuale propria di una ricerca autenticamente scientifica.
La seconda parte del corso si propone l’analisi dell’Epistola a Cangrande della Scala e dei problemi di natura ecdotica e attributiva che essa implica. Attraverso la lettura puntuale e la discussione del testo si intende portare alla luce gli spunti esegetici in esso contenuti e la loro ricaduta nell’interpretazione della Commedia; una parte delle lezioni sarà dedicata a verificare come l’Epistola fu letta e intesa nei decenni successivi alla morte del poeta e poi in epoca moderna, così da raggiungere l’obiettivo di sollecitare la riflessione su come lettori antichi e moderni si siano confrontati con il pensiero e con la poesia di Dante.
Prerequisiti
Conoscenza della lingua latina e nozioni di base della pratica ecdotica.
Metodi Didattici
Lezione frontale. Si prevede l’uso di strumenti informatici e la visione autoptica guidata di manoscritti in almeno una delle grandi biblioteche di conservazione di Firenze. Si prevede inoltre un'attività seminariale in cui sarà richiesto agli studenti un lavoro individuale.
Altre Informazioni
Per qualsiasi dubbio o problema è bene rivolgersi direttamente al docente.
Modalità di verifica apprendimento
Esame orale, anche per gli studenti Erasmus.
Programma del corso
La nascita della filologia in epoca moderna si caratterizza non solo per la messa a punto di un metodo di lavoro, per l'edizione critica dei testi, per una specifica ricostruzione dell'antico, ma anche per il dibattito che si accompagna alla sua nascita e che contribuisce in modo determinante a definirne aspetti metodologici e contenutistici. La conscenza della disciplina e della storia che la caratterizza divengono così occasione per accostarsi ai testi, agli autori, alla storia, con una sensibilità particolare, che ha ripercussioni importanti, per metodo e per atteggiamento critico, importanti anche sull'oggi.
Quanto all'Epistola a Cangrande, oggi tredicesima e ultima tra le epistole dantesche, si presenta con caratteristiche proprie: per gli argomenti che affronta, per una tradizione manoscritta assai tarda che in nulla l’accomuna alle altre lettere del poeta, per il dibattito intenso che essa ha suscitato e che ha portato a riconoscere in questo documento eccezionale ora un’opera dantesca, ora un falso (totale o parziale), confezionato in un momento imprecisato dopo la morte del poeta. L’Epistola si propone come il testo con cui Dante dedica il Paradiso a Cangrande della Scala, il signore di Verona presso il quale trovò ospitalità per un periodo che si può circoscrivere tra il 1316 e la fine del 1319. Ciò che rende l’Epistola a Cangrande un testo singolare è il fatto che alla dedica della terza cantica segua un’introduzione all’intero poema e una spiegazione dei versi proemiali di Par., I, cosí da dar vita a un documento la cui partitura retorica sembra non immediatamente riconducibile a quella dei generi retorici praticati nel Trecento. Il corso, attraverso la lettura e l’analisi puntuale del testo, intende indagare le questioni ecdotiche che l’Epistola pone, le caratteristiche della tradizione diretta e indiretta, la struttura retorica e le scelte linguistiche che essa documenta, l’interpretazione del poema che essa fornisce, con quanto di problematico tale lettura porta con sé. Il confronto tra quanto si legge nell’Epistola e l’esegesi antica e moderna del poema consentirà di far emergere le caratteristiche salienti di questo documento.