Catalogo della mostra su Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo, a cura di Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, Firenze, Palazzo Strozzi, Marsilio Editore, Venezia 2019.
Federico Zeri, Il Maestro dell’Annunciazione Gardner, in “Bollettino d’arte”, XXXVIII, 1953, pp. 125-139.
David Alan Brown, Further observations on a project for a standard by Verrocchio and Leonardo, in “Master Drawings”, XII, 1974, pp. 127-133.
Konrad Oberhuber, Le problème des premières oeuvres de Verrocchio, in “Revue de l’art”, XLII, 1978, pp. 63-76.
Luciano Bellosi, Un omaggio di Raffaello al Verrocchio, in Studi su Raffaello, atti del convegno a cura di M. Sambucco Hamoud e M. L. Strocchi, Urbino 1987, 1, pp. 401-417.
Luciano Bellosi, Giovanni di Francesco e l'arte fiorenti¬na di metà Quattrocento, in Pittura di Luce. Giovanni di Francesco e l'arte fiorenti¬na di metà Quattrocento, catalogo della mostra di Firenze a cura di L.Bellosi, Milano 1990, pp. 11-45.
Françoise Viatte, Léonard de Vinci. Les études de draperie, Paris 1989.
Martin Kemp, Verrocchio’s “San Donato” and the Chiesina della Vergine di Piazza in Pistoia, in “Pantheon”, LVI, 1998, pp. 25-34.
Luciano Bellosi, Considerazioni sulla mostra del Perugino, I, in “Prospettiva”, 2007, 125, pp. 67-87.
Alessandro Angelini, Considerazioni sulla mostra del Perugino, II, in “Prospettiva”, 2007, 125, pp. 88-94.
Francesco Caglioti, Da una costola di Desiderio: due marmi giovanili del Verrocchio, in Desiderio da Settignano, atti del convegno a cura di J. Connors, A. Nova, B. Paolozzi Strozzi e G. Wolf, Venezia 2011, pp. 123-150.
Francesco Caglioti, Andrea del Verrocchio e i profili di condottieri antichi per Mattia Corvino, in Italy and Hungary, atti del convegno a cura di P. Farbaky e L. A. Waldman, Milano 2011, pp. 505-551.
Andrea De Marchi, Due passaggi di Andrea del Verrocchio pittore per Pistoia, in Il museo e la città. Vicende artistiche pistoiesi del Quattrocento, a cura di E. Testaferrata e G. Guazzini, Pistoia 2013, pp. 67-95.
Cecilia Martelli, Bartolomeo della Gatta pittore e miniatore tra Arezzo, Roma e Urbino, Firenze 2013, pp. 27-50.
Come riferimento per i documenti e la bibliografia su Verrocchio si può consultare: Dario Alessandro Covi, Andrea del Verrocchio. Life and Work, Firenze 2005.
Obiettivi Formativi
Il corso intende analizzare l’opera di Andrea del Verrocchio, con particolare attenzione alla sua attività come pittore, la cui ricostruzione critica è ancora assai controversa. Verrocchio verso il 1470 impose a partire da Firenze un linguaggio di grande successo, di stilizzata eleganza e sottile qualità illusiva, ed è assai difficile distinguere la sua opera da quella dei suoi allievi e dei suoi simpatizzanti, che furono numerosi e di grande talento. Si tratta di un problema di metodo, fra filologia attributiva e interpretazioni complessive, su cui la storiografia ha dibattito da più di un secolo, con soluzioni anche molto contrastanti. Il corso si svolgerà nel secondo semestre, in concomitanza con una grande mostra, a Palazzo Strozzi (marzo-giugno 2019), e potrà giovarsi di questa come vera e propria palestra per la verifica e la discussione delle problematiche tuttora dibattute.
Prerequisiti
Si richiede la conoscenza di nozioni fondamentali di Storia dell’arte medioevale, quali quelle fornite dall’insegnamento di base nel triennio.
Metodi Didattici
L’insegnamento è basato su lezioni frontali. Durante le lezioni saranno proiettate immagini e discussi documenti.
Altre Informazioni
Il docente riceve gli studenti nel suo studio in via Gino Capponi 9 tutti i martedì dalle ore 13 alle 19.
Modalità di verifica apprendimento
La verifica dell’apprendimento avviene mediante esame orale. L’esame si basa sulla discussione di problemi interpretativi a partire da immagini presentate a lezione.
Programma del corso
Nonostante che Andrea del Verrocchio (Firenze 1436 – Venezia 1488) sia stato il maestro di pittori come Perugino e Leonardo, Ghirlandaio e Lorenzo di Credi, è invalsa l’opinione critica che la sua attività come pittore sia stata del tutto secondaria rispetto a quella come scultore. Le sue due pale d’altare più famose, il Battesimo di Cristo di San Salvi ora agli Uffizi e la cosiddetta Madonna di Piazza del Duomo di Pistoia, sono state sì progettate e disegnate da Verrocchio, ma eseguite da altri, anche se nel primo caso ciò non è ben riconosciuto. Ciò ha gettato in maniera più o meno esplicita un’ombra di discredito sulle stesse qualità di Verrocchio pittore. A fronte di diversi disegni superbi, dello stesso avvio di una pratica innovativa come quella degli studi di panneggio monocromi su tele di lino, e del magistero esplicato verso il 1470 su tanti altri più giovani pittori, non si può non restituire a Verrocchio la statura anche di grandissimo pittore, ancorché autore di un numero assai limitato di opere. Il corso nasce dalla concomitanza con una grande mostra su Verrocchio che avrà luogo a Palazzo Strozzi nella stessa primavera del 2019, curata dal docente insieme con Francesco Caglioti. Sarà possibile quindi profittare di questa storica opportunità per verificare in mostra le ipotesi critiche argomentate durante le lezioni. Il problema storiografico posto dalla ricostruzione dell’attività di Verrocchio pittore e dell’influenza da lui esercitata costituisce un esempio di metodo paradigmatico. Si tratta di un osservatorio privilegiato per capire sia le dinamiche complesse tra maestro e allievo diretto (Leonardo, Perugino, Lorenzo di Credi) o semplice simpatizzante (Domenico Ghirlandaio, Biagio d’Antonio, Bartolomeo della Gatta, Piermatteo d’Amelia), che prefigurano quanto avvenne in seguito con la bottega di Raffaello nella Roma giuliesca e leonina, sia un momento cruciale dello sviluppo dell’arte fiorentina in genere, all’indomani della morte di Cosimo de’ Medici (1464) e di Donatello (1466), quando si affermò un nuovo ideale di eleganza fortemente stilizzata e tendenzialmente astratta, ancorché potentemente illusiva nella resa dettagliata dei materiali preziosi e dei paesaggi, a gara coi fiamminghi, tendenza di cui Verrocchio fu il campione, aprendo la strada a sperimentazioni e ricerche assai diverse fra loro, alla base, con Perugino e Ghirlandaio, dell’avvento della maniera proto classica e della sua affermazione nazionale.