Il corso avrà quale oggetto gli antichi commenti alla Commedia di Dante, con particolare attenzione alle tipologie testuali in cui si presentano e alle questioni filologiche che essi suscitano.
L’ultima parte del corso si soffermerà invece su alcuni momenti della fortuna di Dante fra Trecento e Quattrocento. In particolare, sarà presa in esame la tradizione delle antiche Lecturae Dantis fiorentine, illustrando le figure di alcuni dei suoi principali protagonisti.
- S. BELLOMO, Introduzione, in ID., Dizionario dei commentatori danteschi. L'esegesi della «Commedia» da Iacopo Alighieri a Nidobeato, Firenze, Olschki, 2004, pp. 1-49;
- A. MAZZUCCHI, Vent’anni di ricerche sugli antichi commenti: gli aspetti filologici, in Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo, Atti del Convegno internazionale di Roma, 7-9 novembre 2016, Roma, Salerno Editrice, 2018, pp. 491-512;
- Censimento dei Commenti danteschi. I. I Commenti di tradizione manoscritta (fino al 1480), a cura di E. MALATO e A. MAZZUCCHI, Roma, Salerno Editrice, 2011 (per un inquadramento degli antichi commenti e per una descrizione dei manoscritti in cui essi si conservano).
Durante le lezioni verrà data indicazione di altra bibliografia; testi e materiali inerenti la materia trattata (riproduzioni di testimoni manoscritti, pagine di edizioni critiche, chiose di antichi commentatori, ecc.) verranno forniti in fotocopia: la loro conoscenza è necessaria ai fini dell’esame.
Obiettivi Formativi
Il corso si propone di analizzare le principali tipologie testuali in cui si presentano gli antichi commenti alla Commedia di Dante, così da inquadrare alcune delle caratteristiche della prima esegesi al poema, in cui i dati materiali di trasmissione e le forme testuali proprie di ciascun commento appaiono strettamente legati. Inoltre, partendo dalla lettura dei testi glosse, si analizzeranno alcune questioni filologiche suscitate dal particolare status delle chiose alla Commedia, spesso connotate dal riuso di materiali preesistenti e da una ridotta consapevolezza autoriale. In questo modo si intende raggiungere l’obiettivo di sollecitare la riflessione su come gli antichi lettori si siano confrontati con la poesia della Commedia e come l’edizione degli antichi commenti solleciti specifiche attenzioni metodologiche.
Infine, al termine del corso, gli studenti saranno in grado di inquadrare il fenomeno della diffusione della conoscenza di Dante a Firenze legato alla pubblica lettura del poema, riflettendo sulle forme specifiche in cui questo insegnamento, di natura eminentemente orale, riuscì a penetrare e lasciare traccia di sé nella produzione manoscritta legata alla comunità dei lettori cittadini.
Prerequisiti
Conoscenza della lingua latina.
Metodi Didattici
Lezione frontale. Si prevede l’uso di strumenti informatici.
Altre Informazioni
La prima parte del corso (per complessive 24 ore) sarà tenuta da Luca Azzetta; la seconda parte del corso (per complessive 12 ore) da Luca Boschetto.
Modalità di verifica apprendimento
Esame orale, anche per gli studenti erasmus. L'esame sarà strutturato a partire da un argomento scelto dallo studente; successivamente si accerterà la capacità di comprendere puntualmente i testi oggetto del corso; quindi si verificherà la capacità di organizzare discorsivamente le conoscenze acquisite e/o sviluppati nella bibliografia indicata, la capacità di ragionamento critico sugli elementi ecdotici presi in considerazione, la competenza nell’impiego del lessico specialistico, la chiarezza ed efficacia espositiva.
Programma del corso
Poema straordinariamente complesso, la Commedia si rivolge ai suoi primi lettori chiedendo uno sforzo di intelligenza del tutto inconsueto. Così, ancora vivente Dante, le cantiche del poema iniziarono a circolare con il corredo di elementi esegetici che potessero aiutare il lettore a orientarsi nella comprensione del testo; quindi, dopo la morte del poeta, si diffusero presto commenti oggi riconducibili a precise personalità storiche. Se dal punto di vista interpretativo questi corredi esegetici consentono di verificare come il poema sia stato accolto e recepito da coloro che, contemporanei del poeta, ne condividono l'orizzonte culturale, dal punto di vista filologico e della tradizione manoscritta essi sollevano riflessioni metodologicamente rilevanti. Il corso, attraverso la lettura e l’analisi puntuale dei testi, intende indagare alcune delle questioni ecdotiche più significative relative allo studio degli antichi commenti. Essi infatti si presentano spesso in strutture formalizzate poco vincolanti, che portano a interrogarsi in relazione a un’autorialità non particolarmente marcata. Tale modalità testuale, che si concretizza in strutture codicologiche peculiari, favorisce la permeabilità tra corredi esegetici differenti, nati spesso per appropriazione ed aggiunzione rispetto a materiale preesistente, così da dare vita a testi traditi in una pluralità di redazioni, ovvero a tradizioni particolarmente dinamiche, tali da obbligare a considerare in modo rinnovato i concetti tradizionali di ‘autore’, ‘copista’, ‘fonte’.
Inaugurata da Boccaccio nel 1373, la lettura del ‘Dante’ promossa dalla città, e accolta ben presto anche nell’ambito del locale Studio (l’università fiorentina), contribuisce a tener vivo il culto del poema per tutto il Quattrocento, un secolo che si chiuderà, come è noto, con la pubblicazione a Firenze del fortunatissimo Comento sopra la Comedia di Cristoforo Landino. Tra Boccaccio e Landino le Lecturae si caratterizzano per la presenza di diverse interessanti figure di lettori, tra cui merita particolare attenzione quella dell’umanista Francesco Filelfo. L’eco del suo insegnamento dantesco, risalente agli anni Trenta del Quattrocento, si può cogliere infatti attraverso le tracce che ha lasciato nei numerosi codici miscellanei, volgari e latini, allestiti dai lettori fiorentini nel corso dell’intero Quattrocento, di cui saranno dunque presi in considerazione alcuni degli esempi più rappresentativi.