Il corso avrà quale oggetto la figura di Andrea Lancia, notaio fiorentino attivo nella prima metà del Trecento. Del Lancia si indagherà l’attività sia di volgarizzatore di testi classici e di carattere documentario, sia quella di commentatore della Commedia di Dante, con particolare attenzione alle questioni filologiche e storico-culturali che i suoi testi sollevano.
• L. AZZETTA, Vizi e virtù nella Firenze del Trecento (con un nuovo autografo del Lancia e una postilla sull’‘Ottimo Commento’), in «Rivista di Studi Danteschi», VIII (2008), pp. 101-42.
• M. ZAGGIA, Introduzione. Il contesto: tra i volgarizzamenti fiorentini dei primi decenni del Trecento, in OVIDIO, Heroides. Volgarizzamento fiorentino trecentesco di Filippo Ceffi, a cura di M. ZAGGIA, vol. I, Firenze, SISMEL-EDIZIONI DEL GALLUZZO, 2009, pp. 3-48.
• I. CECCHERINI, Andrea Lancia tra i copisti dell’Ovidio volgare. Il ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, Italien 591, in «Italia Medioevale e Umanistica», LII (2011), pp. 1-26.
• L. AZZETTA, Introduzione e Nota al testo, in ANDREA LANCIA, Chiose alla ‘Commedia’, a cura di L. AZZETTA, 2 voll., Roma, Salerno Editrice, 2012, vol. I pp. 9-67 e 88-119.
• A. MAZZUCCHI, Vent’anni di ricerche sugli antichi commenti: gli aspetti filologici, in Intorno a Dante. Ambienti culturali, fermenti politici, libri e lettori nel XIV secolo, Atti del Convegno internazionale di Roma, 7-9 novembre 2016, Roma, Salerno Editrice, 2018, pp. 491-512.
• Per un inquadramento degli antichi commenti e per una descrizione dei manoscritti in cui essi si conservano si rinvia al Censimento dei Commenti danteschi. I. I Commenti di tradizione manoscritta (fino al 1480), a cura di E. MALATO e A. MAZZUCCHI, Roma, Salerno Editrice, 2011.
Durante le lezioni verrà data indicazione di altra bibliografia; testi e materiali inerenti la materia trattata (riproduzioni di testimoni manoscritti, pagine di edizioni critiche, chiose di antichi commentatori, ecc.) verranno forniti in fotocopia: la loro conoscenza è necessaria ai fini dell’esame.
Obiettivi Formativi
Il corso si propone di studiare l’attività di volgarizzatore di testi classici e documentari, nonché di commentatore della Commedia svolta dal notaio fiorentino Andrea Lancia. Attraverso l’indagine puntuale dei testi si intende inquadrare alcune delle caratteristiche della cultura fiorentina della prima metà del Trecento, colta nel momento in cui si manifesta un rinnovato interesse per la classicità e si diffonde la poesia della Commedia dantesca. In questo modo si intende raggiungere l’obiettivo di sollecitare la riflessione sia su alcune questioni filologiche suscitate dal particolare status dei testi analizzati, sia su come gli antichi lettori si siano confrontati con la poesia della Commedia e come l’edizione degli antichi commenti solleciti specifiche attenzioni metodologiche.
Prerequisiti
Conoscenza della lingua latina.
Metodi Didattici
Lezione frontale. Si prevede l’uso di strumenti informatici.
Altre Informazioni
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Modalità di verifica apprendimento
Esame orale, anche per gli studenti erasmus. L'esame sarà strutturato a partire da un argomento scelto dallo studente; successivamente si accerterà la capacità di comprendere puntualmente i testi oggetto del corso; quindi si verificherà la capacità di organizzare discorsivamente le conoscenze acquisite e/o sviluppate nella bibliografia indicata, la capacità di ragionamento critico sugli elementi ecdotici presi in considerazione, la competenza nell’impiego del lessico specialistico, la chiarezza ed efficacia espositiva.
Programma del corso
La figura e l’attività di Andrea Lancia costituiscono un punto di osservazione privilegiato per indagare alcuni snodi degli ambienti culturali attivi a Firenze nella prima metà del Trecento, in cui vivevano persone che serbavano memoria viva di Dante, e in cui il poema conobbe una straordinaria fortuna: non solo per il numero di copie eseguite, ma anche per l’attività esegetica fiorita nei margini dei versi danteschi. Del resto, poema straordinariamente complesso, la Commedia si rivolgeva ai suoi primi lettori chiedendo uno sforzo di intelligenza inconsueto. A Firenze la lettura del poema si accompagna spesso alla traduzione di opere della classicità latina. In questo panorama Andrea Lancia rappresenta una figura centrale per ragioni diverse: per le relazioni che ebbe con altri personaggi della cultura fiorentina, per la conoscenza ampia e sicura che mostra delle opere di Dante, per la sua attività di copista, infine per la sua specifica attività esegetica e di traduttore. Se dal punto di vista interpretativo l’analisi della sua biografia e della sua attività consente di verificare come il poema sia stato accolto e recepito da coloro che, contemporanei del poeta, ne condividono l'orizzonte culturale, dal punto di vista filologico e storico-culturale essa solleva riflessioni metodologicamente rilevanti. Il corso, attraverso la lettura e l’analisi puntuale dei testi, intende indagare alcune delle questioni ecdotiche e culturali relative allo studio e all’edizione degli antichi commenti alla Commedia. Essi infatti si presentano spesso in strutture formalizzate poco vincolanti, che portano a interrogarsi in relazione a un’autorialità non particolarmente marcata. Tale modalità testuale, che si concretizza in strutture codicologiche peculiari, favorisce la permeabilità tra corredi esegetici differenti, nati spesso per appropriazione ed aggiunzione rispetto a materiale preesistente, così da dare vita a testi traditi in una pluralità di redazioni, ovvero a tradizioni particolarmente dinamiche, tali da obbligare a considerare in modo rinnovato i concetti tradizionali di ‘autore’, ‘copista’, ‘fonte’.